martedì, gennaio 31, 2006

Le "mie" Identità Golose..















Non so fino a che punto sia un bene o un male avere "uno chef per amico"...
Frequentare la cucina di uno "chef stellato" è un gran privilegio perchè se il cuoco in questione oltre a "cucinare" ti fa partecipe dell'idea, del progetto e della "costruzione" di uno dei suoi piatti, ne discute con te durante il viaggio di ritorno da Milano, in mezzo alla nebbia...l'immaginazione inizia a galoppare e pensi.. "ma fino ad oggi dove ho vissuto"... Forse su Marte!!

La mia mia prospettiva riguardo alle arti culinarie sta radicalmente cambiando, e questo grazie anche a lui...
Perchè sto in bilico tra il sacro e il profano della tradizione e dell'avaguardia della cucina così detta creativa....
La rivoluzione in campo gastronomico sta in mano alle nuove leve, ma anche alle "vecchie"...

E ieri a Identità Golose di Paolo Marchi ne abbiamo avuto la prova..
















Un francese talentuoso come Pascal Barbot ( Chef de ASTRANCE ) che ha saputo integrare l'alta scuola francese all'esperienza raccolta negli innumerevoli viaggi attraverso il mondo, ed in particolar modo l'oriente, e che sa "mischiare"il miso ( per tradizione ingrediente della cucina macrobiotica ed orientale) alle melanzane , al cioccolato ed al peperoncino....
La sua cucina rappresenta "la punta dell'iceberg" della Nouvelle Cousine francese, ma potrebbe essere a mio avviso un'ondata europea....
















Ma al contempo e ancora saldamente in mano a personaggi come Fulvio Pierangelini (Chef Stellato, del Gambero Rosso di San Vincenzo) che ha trasformato un "errore" quale il voler nutrire le galline livornesi, tipiche della sua terra con il latte delle capre e delle pecore , per rendere la carne più tenera ( guardando oltralpe ai polli di brest) e dall'errore nasce... il suo UOVO che è come lo definisce Pierangelini un Pensiero semplice...
















E questo è il ritorno alla "tradizione contadina" tanto amato da Carlin Petrini, perchè , cito testualmente " l'ausilio dei cuochi alle comunità rurali è immenso"...

Non esaminerò tutti gli chef relatori di ieri, perchè non sono in grado di "raccontare" tecnicamente ciò che le "stelle" della cucina internazionale ci hanno mostrato nella prima giornata di congresso...


( Moreno Cedroni & Alberto Cauzzi )










Ma ciò che vi racconto sono le mie sensazioni, le mie identità golose, come Paolo Marchi le ha ben definite, battezzando così la prima rassegna nel 2005..
Perchè in definitiva la sensazione che ognuno di noi ha avuto di queste "cook star" è molto soggettiva... C'è chi ama Pierangelini, ma non ammette l'estro, l'avanguardia, e la creatività di personaggi come Ferran Adrià... E viceversa...
Io ammetto da "profana" l'uno e l'altro perchè sono per definizione una spugna che assorbe tutto quello che le capita di sentire, vedere, toccare assaporare e sperimentare...Assaggio e poi giudico.Ma non giudico mai prima.
Fin da bambina non ho mai avuto remore nel provare "cibi" strani...sono quella che per definione è chiamata "una buona forchetta"da sempre...
E sono sicura che non ci penserei su nemmeno un secondo se mi dicessero che ho un tavolo prenotato da Adrià ...
Partirei per Roses all'istante!!















Averlo ascoltato ieri per un'ora è stata una vera esperienza..
E non oso immaginare cosa poteva essere poter preparare cena per lui ( esperienza che è capitata ad un amico chef, ieri sera...qualche ora di panico da prestazione immagino e poi nella mischia, vero Nico???)

Nel pomeriggio la sala di Palazzo Mezzanotte era gremita di congressisti..E forse per il dopo Adrià sarebbe stato meglio spostare il suo intervento prima di pranzo, per evitare poi agli altri relatori l'effetto "influenza aviaria"..Sala vuota e sbadigli incessanti... Non molto carino, da parte di chi si è presentato per "ascoltare" il catalano, e basta...
















Adrià è stato tradotto per l'occasione da uno Chef che è già una grande promessa nel panorama della "nuova" cucina italiana( un bravissimo chef a mio parere, che ho avuto il piacere di conoscere da Nicola Batavia quest'autunno) e che sarà di nuovo a fianco del maestro catalano... Terry Giacomello...giovane talentuoso friulano...Bravo Terry!! ti seguiremo.... Anche laggiù!

Per chiudere il mio breve racconto vi allego una carrellata di fotografie della giornata trascorsa a Palazzo Mezzanotte...

E lancio una pazza proposta a Paolo Marchi per il prossimo anno...
Una cucina "dentro il salone" fatta da foodblogger, che si divertono a preparare qualche "manicaretto" per la platea di ascoltatori golosi, così giusto per dare un impronta diversa a queste Identità Golose!! Nulla togliendo ai grandi ... mi raccomando!!! ;-)

D'altronde ci sarà un motivo se qualcuno mi chiama...MATTA!!!
















Ciccio Sultano e...Barbara!!


















La pausa "Cibo &..."














Nicola Batavia,Lorenzo di Pianogrillo e la Cuoca Petulante!








Sweet Vanilla...


























E per chiudere un incontro inaspettato....Un tocco di zenzero meet..Il gastronomo riluttante!!

Grazie a Paolo Marchi per la sua disponibilità...e come direbbe Lorenzo, a presto rivederci..;-)

domenica, gennaio 29, 2006

ButaStupa!!!













In piemontese "butastupa"vuol dire "bottiglia stappata"...

Quest'idea nasce da un intuizione di Sergio Miravalle, giornalista de "La Stampa"...che nel 1999 la lancia attraverso la sua rubrica "Giro di Vite".
E' un servizio che offre al cliente la possibilità di scegliere un locale dove il vino ordinato per la cena, non completamente consumato, venga confezionato per essere portato via e consumato a casa.... "Wine Bag"...

L'agenzia pubblicitaria "Evento" realizza un progetto marketing e di immagine per rendere semplice al ristoratore consegnare la bottiglia e piacevole al cliente portarsela via.

É un'operazione vincente perché ideata in modo da eliminare l'imbarazzo del cliente che chiede la «sua» bottiglia; in questo caso è il ristoratore stesso ad offrirla confezionata. Il ristoratore, infatti, al momento del conto, porgerà ai clienti la bottiglia consumata solo in parte e ritappata, riposta in una raffinata confezione, in modo che questi possano gustarla la sera o il giorno dopo, conservando un piacevole ricordo del locale, sotto il marchio «Buta Stupa™».
Un modo raffinato e simpatico per proporre una nuova abitudine e rendere più piacevole il momento del conto al ristorante.

Il progetto consente al ristoratore di associarsi a Buta Stupa™ con in cambio non solo un kit di sacchetti e tappi per confezionare le bottiglie, ma anche gadget per allestire il ristorante in modo che si sappia fin da subito che in quel locale si usufruirà del servizio Buta Stupa™.
Oltre a questo, l'adesione annuale prevede promozioni, pubblicità, newsletter mensili sempre aggiornate e ricche di notizie utili e rassegne stampa....
Il link di...Butastupa












Grazie a Winecountry per le info....

venerdì, gennaio 27, 2006

Involtini di sgombro aromatici con crema di broccoli















Il pesce azzurro


Il "pesce azzurro" è una denominazione di uso generale e non corrisponde a un gruppo scientificamente definito di specie. Un po' come nel caso del "pesce bianco" o dei "frutti di mare". Si definiscono azzurri quei pesci dalla colorazione dorsale blu scuro (ma spesso è presente anche un po' di verde) e ventrale argentea. Generalmente abbondano nei nostri mari e questa prerogativa li rende decisamente economici. Tra questi rientrano pesci come l'aguglia, l'alaccia, l'alice, il cicerello, la costardella, il lanzardo, il pesce sciabola, la sardina, lo sgombro, lo spratto e il suro. Inoltre possono essere considerati azzurri per la loro colorazione, anche molti pesci che, per dimensioni e forme, non hanno nulla in comune con "gli azzurri" più conosciuti. Tra questi troviamo l'alalunga, l'alletterato, il biso, la lampuga, la palamita, il pesce spada e il tonno...


Valori nutrizionali


Il pesce azzurro ha grassi simili a quelli vegetali, caratterizzati cioè prevalentemente da composti "insaturi", in particolare quelli della serie omega 3, importanti per lo sviluppo cerebrale e protettori per cuore e arterie. Di questa prerogativa sono privi i grassi degli animali di terra, più ricchi di composti "saturi" che, al contrario, se consumati in eccesso, possono facilitare l'insorgenza di alcune malattie, spesso favorite da una vita sedentaria e da una dieta poco equilibrata, ricca di calorie e colesterolo. Quest'ultimo, invece, è contenuto solo in modeste quantità, salvo poche eccezioni, nei prodotti ittici. Il pesce fresco (riconoscibile dall'occhio vivo, la pelle brillante e le branchie rosse), è capace di fornire un buon apporto di vitamine (E e B) e sali minerali (selenio, fosforo, fluoro e iodio).

Sgombro

Lo sgombro o maccarello è un pesce azzurro di medie dimensioni che si nutre generalmente di piccoli pesci come alici o sardine. In primavera, dopo la riproduzione, si avvicina alle coste. Ha il corpo affusolato, idrodinamico di colore azzurro metallico sul dorso, bianco argenteo sul ventre, con strisce scure disposte irregolarmente sul dorso e sui fianchi, la lunghezza più frequente è tra i 20 e i 40 cm. Lo sgombro è distribuito in tutto il Mediterraneo e gran parte dell'Atlantico orientale. Si cattura soprattutto di notte con reti da circuizione* e fonte luminosa.È pescato anche con reti da posta, da traino pelagico ed abbocca facilmente alle lenze dei pescatori sportivi. Ha carni bianche, delicate, molto apprezzate sia fresche che sotto sale.Gli sgombri del mar Adriatico sono particolarmente apprezzati per la morbidezza delle carni, che rimangono tali anche quando sono cotte alla griglia.

*Reti da circuizione: rete da pesca atta a circondare un tratto di mare nel quale è stato localizzato un branco di pesci che viene catturato con immediata azione di recupero della rete stessa (UNI 8286).
Le tipiche reti a circuizione sono la lampara, il cianciolo e le tonnare volanti: le prime due sono utilizzate per la cattura di acciughe e sarde e la loro azione è coadiuvata dall'impiego di lampade ("lampare") per l’attrazione dei pesci durante le ore notturne in cui avviene la pesca; le tonnare volanti sono più grandi e possono essere usate da una singola o da una coppia di imbarcazioni per la cattura di tonni e altri sgombroidei....

La ricetta di oggi è dedicata ad un altra amante del pesce la macro ....Petulante!!
Tratta da Sale & Pepe...

Sgombri 2
Broccoli grammi 400 (solo le cime)
Rosmarino un rametto
Timo un mazzetto
Cipolla rossa 1
Alloro 1 foglia
Limone 1
Vino bianco 1/2 bicchiere
Olio extravergine da mosto q.b.
Sale & Pepe q.b.

Pulite bene gli sgombri e sfilettateli senza privarli della pelle.Tritate 2 rametti di timo ed il rosmarino;affettate la cipolla sottile.
Mettete i broccoli in una casseruola coperti di acqua fredda con il succo di limone,2 rametti di timo, l'alloro, il vino , sale e pepe e cuoceteli fino a che nn diventeranno teneri.
Mettete i filetti su un tagliere, distribuite un pò del trito aromatico preparato assieme a qualche fettina di cipolla, un pizzico di sale e pepe e arrotolateli, legandoli con dello spago da cucina.
Fate cuocere gli involtini di pesce in forno caldo ( 200° ) per circa 10/15 minuti, coperti con della carta stagnola.
Mentre il pesce cuoce, frullate i broccoli con due cucchiai di olio e due cucchiai dell'acqua di cottura, aggiungete un pò di sale e pepe.

Servire gli involtini in ciotoline con la crema di broccoli a parte in bicchierini, decorando con qualche grano di pepe rosa.

Per il vino pensavo a un:Cesco dell'Eremo Falanghina 2001-Cantina del Taburno-bianco da uve di Falanghina raccolte in vendemmia tardiva.

Bon appetit...;-)

Parte tecnica sul pesce azzurro da : polesine


giovedì, gennaio 26, 2006

Pacchetto della felicità...














Fiore ed io, ma in arte Fiordizucca una delle mie care amiche foodblogger espatriate per amore... ( anzi per definirla come Giovanna alias "La piccola cuoca": La cuoca all'estero) si era iniziato a parlare di regalini, pacchettini, scambio di prodotti gastronomici molto prima di Natale..E già..Ti ricordi Fdz??

L'avevo talmente stressata con il ritornello.."dammi l'indirizzo che per natale ti faccio una sorpresa"!! ..e lei "stiamo traslocando, ti lascio quello nuovo... etc etc".. che alla fine ci siamo prese un pò più sul serio e la cosa si è trasformata in un vero e proprio ritrovo tra amici per lo scambio dei regali di Natale.. il classico "panettone con spumante + regali" anche se premetto... odio il panettone!!

Il sorteggio "pacchi dono" è toccato al caro Rob, marito di Fiore e amante del sudoku..;-)..poteva mica la fiore partecipare allo scambio ed in più sorteggiare i partecipanti?? Naaaaaa.....

Così un bel giorno ricevo la sua mail...Devi mandare il pacchetto della felicità ad un novello sposo, Daniele di Huevoblanco, ma mi raccomando non devi assolutamente contattarlo!! Bene e così mi sono sbizzarrita con i prodotti da mettere nel pacco...

Nel frattempo però, ero in attesa di ricevere il mio pacchetto della felicità, e stavo immaginando chi poteva essere il fortunato o la fortunata sorteggiato che doveva spedirmi il mio regalino per natale...

E a me è arrivato un meraviglioso tè nero aromatizzato a cioccolato da Acilia di Insieme a tè, guarda caso uno dei blog preferiti, nel senso che è stato uno dei primi che mi ha attratto in questo meraviglioso mondo..perchè cari amici la nostra Acilia ha dalla sua una dolcezza d'animo e una purezza di sentimenti non comune...

Vi consiglio un giretto dalle "sue"parti!! Merita una sosta, una bella tazza di Lapsang Souchong...e due chiacchere...

Un abbraccio ad Acilia , Fiore, Giovanna e Daniele!!





Cuoco me.."per imparare a cucinare senza farsi male, incendiare la casa...."














Non ho ancora bimbi che girano per casa, ma il mio ricordo di bambina che pasticciava la domenica mattina a casa, mentre mammina preparava la pasta fresca o qualche torta è una cosa che mi fa ancora sorridere, e che porterò nei miei ricordi d'infanzia per sempre...
E a questo deve aver pensato Allan Bay scrivendo una delle sue ultime "fatiche letterarie"...
"Cuoco me" ( Edizioni Feltrinelli Kids) con sottotitolo: 50 ricette per imparare a cucinare senza farsi male,incendiare la casa, finire al pronto soccorso o avvelenare i genitori!!!

Nel libro un maialino chef aiutato da un draghetto tuttofare danno delle semplici e divertenti istruzioni (corredate da molti disegni) ai bimbi che vogliono "imparare a cucinare" per stupire mamma e papà...
Un esempio di ricetta... "Il panone super dei supergolosi" da preparare per i compagni di giochi!! O le "vongole fagiolose"....
Uno spunto divertente per avvicinare i bambini al mondo del cibo divertendosi, avendo questi ultimi , nell'era moderna, dei seri problemi di alimentazione...vedi obesità precoce, diabete infantile, casi di bulimia etc....

Aggiungo un decalogo che ho trovato su sito dedicato ai più piccini...

Il decalogo del cuoco perfetto ... o quasi ( By Golosino)

"Prima di mettervi davanti ai fornelli vi dò un po' di consigli. Lo so a cosa state pensando.State pensando "E adesso ci si mette anche Golosino.... Poveri noi, siamo rovinati!!!".Tranquilli, sarò breve:
1. Prima di iniziare, lavatevi bene le mani
2. Decidete la ricetta che volete fare e preparate gli ingredienti, mi raccomando rispettate il peso ed i tempi di cottura
3. Attenzione ai coltelli usate preferibilmente quelli a punta arrotondata e seghettati, sono meno pericolosi
4. Forno, fornelli, elettrodomestici fate che siano la mamma, la nonna o comunque un adulto ad usarli
5. Se dovesse cadere qualche cosa sul pavimento o su un mobile, pulite subito, perché poi diventa più difficoltoso rimuovere lo sporco
6. Se devi prendere qualcosa che scotta usa sempre le presine od il guanto da forno
7. Non appoggiare mai direttamente sui mobili o sul tavolo le cose calde, utilizza i sottopentola
8. Questo avvertimento è per le signorine, se avete i capelli lunghi, raccoglieteli con un mollettone o con una fascia
9. Indossate sempre un grambiule per riparare i vestiti. oppure usate degli abiti da casa
10. Quando avete terminato il lavoro, lavate gli utensili, asciugateli e riponeteli al loro posto, non lasciate la cucina come se fossero passati Attila ed i suoi, anche perché se dimostrate di essere in grado di essere giudiziosi, la mamma non avrà nulla in contrario a farvi cucinare le prossime volte, ma se lasciate un disastro credo che avrete molte difficoltà le volte successive ..."

Sembra un approccio serissimo alla "professione cuoco"!! Ma sicuramente anche molto divertente per i più piccini...

mercoledì, gennaio 25, 2006

Tonno rosso farcito con astice e curry verdure croccanti,crema di piselli e zuppetta di bottarega















Adoro il pesce crudo, ed il tonno in modo particolare!!!
Ma se Nicola mi sente parlare di sashimi gli si rizzano i capelli in testa...
Già mi sopporta abbastanza in questi giorni (e sere )...diciamo che ormai faccio parte dell'arredamento del locale...;-) e qualcuno mi scambia per "una del posto" tante sono le volte che presenzio agli esperimenti dello "chef"!!!
In uno di questi esperimenti , peraltro molto piacevole a vedersi, è nata questa ricetta... E da buona "aficionados"quale sono, ho subito pensato di riportarla fedelmente per le mie care amiche Petula e Lilli ( Sigrid,anche per te!!) ... divoratrici di pesce crudo ( anche sottoforma di sashimi....) come me!!!

Tonno rosso farcito con astice e curry verdure croccanti, crema di piselli e zuppetta di bottarega

Dosi: 4 persone

Per il tonno:
Tagliare a fettine fini (3 per porzione) 400 gr di tonno
Astice 1 (pulito)
Scalogno 1
Curry q.b.
sale & pepe q.b.
Vino bianco q.b.

Fare rosolare nello scalogno l’astice con il curry (poco) , bagnare con poco vino bianco, sale e pepe.Cuocere per pochi minuti, passarlo al tritatutto;cospargere questo passato di astice tra le fettine di tonno salato e pepato e comporre come una millefoglie.

Per la crema di piselli:

100 gr di piselli fini
1 scalogno
1 foglia di salvia
burro q.b. ( x macrobiotica:olio e.v.)
sale & pepe q.b.
brodo vegetale q.b.

Cuocere i piselli in poco burro con lo scalogno.Dopo pochi minuti passarli bene al setaccio e mettere da parte.

Per la zuppetta:

100 gr di pomodori spellati
brodo di pesce q.b.
bottarega grattugiata di tonno q.b.
sale & pepe q.b.
Olio extra vergine di oliva

Passare a crudo i pomodori spellati, diluirli con poco brodo di pesce ed aromatizzarli con la bottarega grattugiata di tonno, sale e pepe ed un filo di olio e.v.

Per le verdure croccanti: ( a piacere-cipollotto/carote...)
Friggerle in abbondante olio e farle asciugare per pochi minuti in forno.

Comporre così il piatto come in foto facendo scottare il tonno in forno a 220° per 3 minuti, deve rimanere abbastanza crudo.
Servire il tutto caldo.

Questo è un piatto che si può preparare freddo anche in piena estate.

Vino: io consiglio un Franciacorta Gran cuvee "Rosè" DOCG BELLAVISTA (Pinot nero e Chardonnay)

Chef-Patron Nicola Batavia

Bon appetit da me e da...Nicola!!;-)

martedì, gennaio 24, 2006

La cucina italiana...nel mondo...














Cercate un Risotto ai porcini spettacolare a San Francisco??Andate al Ristorante Tiramisù!! Volete una Fiorentina con i fiocchi?? Andate a Tokio!!!

No, no....non sono impazzita, ma questo è quello che vorrebbe leggere una canadese o un giapponese cercando un ristorante italiano degno di portare questo nome, in giro per il mondo!!
E notizie del genere sono fornite da i Ristoranti dell'Accademia Italiana della cucina ...
Dal lavoro dell'accademia nasce tutti gli anni una guida che praticamente è il punto di riferimento della tradizione italiana a tavola, da New York a Tokio..
I nostri ristoranti all'estero raggiungono dei livelli altissimi, per qualità di prodotti e servizi forniti.
E lo conferma anche il presidente dell'Accademia, Giuseppe Dell'Osso, che si occupa di "testare"in giro per il mondo ristoranti e locali "made in Italy"...

L'Accademia nasce a Milano nel lontano 1953, presso il ristorante dell' Hotel Diana ed ha il compito di salvaguardare i principi della cultura della tavola italiana.L'accademia conta circa una settantina di delegazioni sparse in giro per il mondo...Nuova Zelanda, Canada, Stati Uniti.... Avete solo l'imbarazzo della scelta!

Nel link dell'accademia troverete un motore di ricerca molto interessante... Basta digitare la nazione interessata dal vostro viaggio...Et voilà!! Come per magia si aprono le porte del "paradiso gastronomico italiano" nel mondo!!

Un esempio..I ravioli al cacio e pere migliori di New York si trovano al Ristorante Felidia, 243 East 58 Street -New York- opera dello Chef Fortunato Nicotra...

La fiorentina migliore di Tokio la troverete al Il Buttero.. 5-13-3 Hiroo Tokio 150-0012 Giovanni Cenni- toscano- nella "capitale"del sushi prepara dei carpacci, filetti e bistecche con l'osso da far impazzire ogni samurai!!

Quindi non vi resta che partire!!!D'ora in avanti il ristorante non sarà più un problema, se vi verrà "nostalgia di casa".... Cliccate!!

grazie a O.Chierighini & R.Franchi di "Grazia"

domenica, gennaio 22, 2006

20.01.2006 Una cena "birichinesca"....












Una gran bella serata è stata quella di venerdì...
Una serata di ritrovo tra amici foodbloggers, dopo mesi di frequentazione via "web", e dopo esserci conosciuti "dal vero" al Peperaduno dell'Ape Piera...
E il piccolo tam tam di questi giorni ha portato Petula ,Lilli ,Vittorio e me a riunirci per una serata davvero indimenticabile nel ristorante di Nicola Batavia "proprietario" della mano che vedete fotografata!!
Mano di chef, mano che lavora incessantemente da quasi 20 anni (forse più) con esperienza nelle cucine di molti famosi ristoranti in giro per il mondo...e che da qualche anno ha deciso di fermarsi a casa, a Torino, sua città natale...
Sono felice di aver portato i miei amici da Nicola, l'altra sera...
Loro mi hanno ringraziato, felici dopo la cena... Con sorrisi a "tutto viso"!!
Ed io devo ringraziare loro perchè hanno permesso a me di scoprire un luogo "incantato" diverso, grazie alla loro presenza..
Tra vino e cibo, che amici incredibili questi foodbloggers...
















La serata è inziata con un aperitivo al Rosso Rubino, enoteca di Torino, una tra le più "fornite" della città, dove è anche possibile frequentare corsi di degustazione, e serate a tema...
Le tre donne , in attesa dell'arrivo del Tirebouchon, si sono deliziate con un calice di Syrah, e sono successivamente passate all'attacco di una bottiglia di Nebbiolo di Vajra.... Dovevamo "sciogliere"il ghiaccio!!

All'arrivo di Vittorio scambio tra "Gourmet" di prodotti gastronomici...la Lilli ci ha portato la famosa salsiccia di Bra!! Petula dei tè fantastici ed il suo Zelten, amato da "nientepopodimenoche" Paolo Marchi, ed io per tutti un pensiero "goloso": il cacao amaro aromatizzato di Gerla (Menta piperita di Pancalieri/Peperoncino/caffè)... finiamo la bottiglia di Nebbiolo, e via si parte per il ristorante!















Ci accoglie in modo caloroso lo staff del Birichin...
Carmelo il direttore e Massimo il suo "braccio destro" in sala..Gran compentenza e professionalità...
Ci fanno accomodare al tavolo, sistemato per l'occasione (su mia specifica richiesta!) davanti all'"acquario", con vista sulla cucina!! Possiamo così vedere lo chef all'opera...
















Iniziamo con un fantastico mix di grissini e panini fatti dallo chef e dalla sua mamma, la signora Maria, musa ispiratrice che ha incantato fin da bambino Nicola nella cucina di casa,e che tutt'ora continua a stimolarlo con una bellissima collaborazione "mamma/figlio"!


Il racconto che vi farò dei piatti sarà molto semplice , poichè Petula e la Lilli hanno raccolto materiale a sufficenza per scrivere un "piccolo" trattato di cucina!
E Vittorio ( Tirebouchon) si occuperà presto della parte enologica....
















Calamaro speziato ripieno di merluzzo e patata nel suo guazzetto e olio e.v.Pianogrillo...
I prodotti di Lorenzo sono apprezzati anche da queste parti!!
















Iniziamo con i primi piatti... Paccheri al nero di seppia e gamberi
Forse per colpa del vino,siamo già alla seconda bottiglia (contando anche quella dell'aperitivo..)mi sono dimenticata di fotografare il secondo..
Ma abbiamo fatto "scarpetta"con il nero di seppia e i panini di nicola!!

















Il "secondo" primo ..Spaghetti di farro saltati con tonnetto e crema di cime di rapa e foglie.

Arriviamo al secondo, per alcuni di noi piatto davvero particolare per delicatezza e sapore...Trancetto di Orata con fiori di zucchine e...un tocco di zenzero!!e qui sono arrossita..Una bella dedica, grazie Nicola!!


Ci riposiamo un attimo...un giro fino davanti all'acquario, a rubare altre foto della cucina...Chips croccanti di patate...Una vera golosità!!


















Arriviamo al dessert...anzi ai dessert... Vi posto la foto senza commenti...
Spero che lo chef non me ne vorrà!!

La serata è proseguita con molte chiacchere, commenti sul cibo e sul vino...
Arriva il momento dei caffè e Carmelo ci propone la carta dei caffè di Leonardo Lelli..
Io e Petula optiamo per un fantastico Tè Lapsang Souchong...La giusta conclusione per la serata...Chiacchere e tè.















Chef Nicola, abbandona la "veste"ufficiale e si siede con noi, per scambiare due parole. Lo ringraziamo per la magnifica cena... Non abbiamo voluto consultare il menu..Abbiamo lasciato che il suo "estro" ci "deliziasse" il palato ed i sensi... ;-)















La petit patisserie....Una "magia" dei ragazzi che aiutano Nicola in cucina...

Ecco tutto....
La serata si è conclusa molto tardi.. Erano le 1,30 a.m.!!! Ma a parlar di vita cibo e vino, tra di noi si farebbe qualsiasi ora!! Nicola ha dovuto cacciarci fuori!!

Spero che il prossimo "mini/raduno" non debba essere atteso a lungo!!
E mi auguro di poter contare su di un nutrito numero di adesioni di foodbloggers e no ( Marco "lettore" aspettiamo anche te)...
Torino 2006...Non ci sono solo le Olimpiadi!!

Un abbraccio a Nicola... E un arrivederci ai miei cari amici!!

A presto...

Auguri ad un grande:27.01.2006 250°anniversario della nascita di Mozart














Nasce a Salisburgo il 27 Gennaio 1756 Johannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus.
Muore a Vienna il 5 Dicembre 1791...una vita da bambino prodigio, libero artista e secondo alcuni, autore di 626 opere musicali...

Al tempo di Mozart, Salisburgo è una città di medie dimensioni, che nel 1771 conta ca. 16.000 abitanti... Il 1°gennaio del 1997 alla lista del Patrimonio Culturale Mondiale dell’UNESCO si sono aggiunti anche il centro storico di Salisburgo e il Castello di Schönbrunn.

Da qualche mese ormai nella magnifica città di Salisburgo fervono i preparativi per celebrare il 250°anniversario della nascita di uno dei più grandi geni della storia musicale mondiale... e non solo...

La città ha preparato un calendario fitto di eventi, mostre, concerti, festival , opere liriche e anche un asta, che avrà luogo il 29 Gennaio, e dove saranno messi in vendita vari oggetti legati al compositore di Salisburgo....

Non può però mancare un riferimento ad una delle prelibatezze gastronomiche di Salisburgo...
I Mozartkugeln....Chi ha inventato il delizioso cioccolatino sferico farcito con gianduia e marzapane al pistacchio? Per una volta, sicuramente non gli svizzeri. Dal 1890 la pasticceria Fürst produce le originali «Mozartkugeln» di Salisburgo. Il negozio del signor Furst , pronipote dell'inventore della prelibatezza,vanta la tradizione piú antica...
Quindi se siete intenzionati a partire per visitare una delle città più belle e romantiche d'Europa, recatevi dal Signor Furst e fate incetta delle famose"palle di mozart"!!
Della ricetta originale non ne ho trovato alcuna traccia.... purtroppo..

La foto postata è tratta dal bellissimo blog Delicious Days....

Un ultimo consiglio gastronomico.... Si dice che il ristorante Riedenburg sia uno dei migliori di Salisburgo....Da provare!!

Guten apetit...;-)

giovedì, gennaio 19, 2006

Fermiamoci a pensare...















"Every single day, 30,000 children are dying as a result of extreme poverty..."

Non ho nessuna intenzione di fare del "buonismo" gratuito, forse sarebbe un buon motivo per una delle tante campagne elettorali che stanno per iniziare...

Noi che si scrive per divertimento, passione, hobby e diletto di cibo, ogni tanto ci fermiamo anche a pensare che il cibo qualcuno se lo sogna.. e non riesce nemmeno a mangiare qualche grammo di riso al giorno.. e di questo muore...

Ho invitato alcuni amici e amiche bloggers a partecipare alla campagna di make poverty history, aggiungendo un semplice "buttons" al loro blog.. lo so, non sarà molto ma forse tante persone non sanno che ogni giorno c'è qualcuno che si batte per combattere la fame nel mondo, e lo fa spesso senza compenso... per non voler leggere alla fine di questo anno la stessa frase...
"Nel 2006 i bambini morti per fame nel mondo sono stati...... troppi."

Grazie a tutti....

Chi volesse aggiungere il bottone trova qui il link.....
Buttons & Banner

mercoledì, gennaio 18, 2006

Zucca speziata al profumo di cannella zenzero e chiodi di garofano















Arrivo a casa questa sera e sono praticamente un ghiacciolo...Un mini stick vista l'altezza...Non riesco a scaldarmi in nessun modo!! Ho fame...mannaggia!!
Pranzato con un panino.. causa lavoro urgente da fare in ufficio...
Quindi decido che la cena sarà almeno "corroborante"e abbastanza macro, come direbbe Petula!!
La zucca che ho comprato sabato, finisce in pentola praticamente subito...
E intanto cerco di pensare cosa posso preparare per cena...

Zucca grammi 400
Pepe bianco e sale rosa macinati al momento
Zenzero in polvere 1/2 cucchiaino
Cannella in polvere 1/2 cucchiaino
Chiodi di garofano 2 pestati al mortaio
Acqua q.b.

Mettete la zucca tagliata a cubetti e l'acqua in una pentola, portate a ebollizione e fate cuocere a fuoco basso per circa 20/30 minuti (o almeno fino a che la zucca risulti morbida).
Frullate il composto ottenuto ( aggiungendo dell'acqua se necessario) e unite le spezie.
Regolate di sale e pepe.
Decorate con delle rondelle di porro e due capocchie di broccolo, per rendere ancora più colorato il piatto!!

I chiodi di garofano: "I chiodi di garofano sono una spezia diffusa nella cucina orientale, in quella occidentale, e nella cosmesi. Nonostante il nome non hanno nulla a che vedere con i fiori di garofano comunemente intesi, ma derivano da una pianta, la Eugenia caryophillata, originaria delle isole Molucche. La pianta raggiunge i 10-15 metri di altezza e i suoi boccioli vengono trattati ed essiccati per ricavare la spezia in questione.
Hanno un profumo forte, dolce e fiorito, con una punta di pepato e di "caldo". Il gusto può ricordare gli infusi di Karkadè...
Hanno uno spiccato potere anestetico locale tanto che erano usati per lenire i dolori ai denti e tutt'oggi l'essenza viene usata in medicina nei disinfettanti orali. Alleviano i mali di testa e stimolano la circolazione..."

Ricavato da Wikipedia


Buona serata a tutti!!

In cucina con lo chef:Ravioli ripieni di Castelmagno, arancini di Seirass del Fèn e passata di Pere Martin Sec















Le buone abitudini non si abbandonano tanto facilmente... E con l'inizio del nuovo anno ho deciso di riprendere i "racconti dalla cucina" di Nicola Batavia chef del Birichin...
Lunedì dopo la lezione di tennis ( non avevo molta voglia di cucinare alle dieci di sera) sono passata a trovare Nicola, reduce da una brevissima vacanza al caldo sole dei ....Ops, forse era un segreto??? ;-)...
E chiaccherando dopo cena davanti a un buon bicchiere di bollicine, mi sono fatta "regalare" la ricetta che vi posto quest'oggi...

Ravioli ripieni di Castelmagno cotti in brodo di gallina, arancini di seirass del fèn fritti e passata di pere “Martin sec"

Dosi per 4 persone

Arancini

200 grammi (ricotta piemontese leggermente stagionata nel fieno)
uovo 1
pane grattuggiato
Olio extra vergine di oliva

per la farcia

Castelmagno 300 grammi
uovo 1
scalogno 1
patata 1


Passata di pere

Pere Martin sec 4
zucchero q.b
vino bianco q.b
acqua q.b.


Brodo:2 carcasse di galline e verdure per brodo

100 gr burro di montagna per saltare la pasta
300 gr di pasta per ravioli

BRODO:
Preparare il brodo con le carcasse della gallina e le verdure miste senza farlo bollire troppo in modo da non intorbidirlo
PERE: Cuocere le pere in una casseruola con il vino bianco e l'acqua- devono coprire le pere- con poco zucchero ( acqua e vino in proporzione 50%) Passarle a purea
RIPIENO: Soffriggere lo scalogno tritato in poco burro ed aggiungerlo alla patata gia lessata, al castelamagno e l’uovo intero.
( usiamo la patata per tenere compatto e morbido il ripieno )
RAVIOLI: Stendere la pasta e tagliarla a rettangoli grossi; farcire la sfoglia con il formaggio. Ripiegare su stessa la sfoglia e chiudere bene le estremità bagnando appena con un pennello umido di acqua.
ARANCINI : Nel frattempo impastare la ricotta con sale ,pepe, poco olio ed un uovo.formare degli arancini, impanarli e friggerli in olio molto caldo qualche minuto prima di scolare la pasta
ESECUZIONE:Cuocere i ravioli nel brodo di gallina già filtrato.Saltarli nel burro sciolto ed adagiarli sul piatto da portata con un po di brodo e gocce purea di pere.Contornare con gli arancini di Seirass fritti.

Di Nicola Batavia

Nota:

SEIRASS O SEIRASS DEL FEN

Non é un formaggio vero e proprio ma una ricotta.Detta anche "Seras" o "Seré" (nomi piemontesi e valdostani) deriva dalla coagulazione del siero.La ricotta del fieno o meglio Seirass del fen viene chiamata così perché fatta asciugare avvolta nel fieno.A seconda di dove viene prodotta ha forma diversa, é un formaggio fresco con la pasta fine e grumosa.Se stagionato la pasta risulta essere compatta e traslucida di color bianco- bruno o paglierino.Vi é anche un tipo prodotto nelle valli di lanzo ed é bianco senza crosta e va consumato freschissimo

Bon appetit...;-)

P.s venerdì sera 20 Gennaio ci sarà un piccolo raduno di foodbloggers dal buon Nicola....
Petula
Vittorio
Lilli... e me!!!

E il resoconto nei prossimi giorni!!

P.S.2 la foto ve la posto questa sera.Problemi tecnici con Blogger!

martedì, gennaio 17, 2006

La Tartara di Ventresca e filetto di tonno con salsa all'uovo e Marsala:La "cura"di Ciccio Sultano post influenza!













Può sembrare una battuta!! Stai scherzando, vero??E invece no...Questa ricetta l'avevo letta l'anno scorso sul libro di Ciccio Sultano :La mia cucina Siciliana, edito dal Gambero Rosso ...
Mi è tornata in mente oggi, dopo aver sentito un amico molto malato.. a casa con un febbrone da cavallo!!! A lui consiglio ( sempre che riesca a mangiare qualcosa ) questo piatto del Sultano di Ragusa... Un vero ricostituente, se consideriamo l'uovo e il Marsala...

Ventresca e Filetto di Tonno 300 grammi
Tuorlo d'uovo 1
Marsala ( ciccio consiglia:Vigna la miccia de Bartoli) 100 grammi
Cipolla tritata fresca 10 grammi
Limone 1 ( succo)
Pane croccante 4 fettine sottili
Aglio tritato 3 grammi
Prezzemolo tritato 3 grammi
Peperoncino secco
Olio extravergine di oliva tonda iblea ( Pianogrillo -dico io) q.b.
Sale ( ciccio consiglia:soffi di sale di Trapani)

Tagliare a dadini molto piccoli il filetto di tonno e la ventresca e condirli con l'aglio, la cipolla, il prezzemolo, 2 cucchiai di olio, il peperoncino e il sale.
Condire il tuorlo d'uovo con il succo di limone, un filo d'olio, il marsala, un pizzico di peperoncino ed emulsionare.

Preparazione del piatto: Mettere in forma la tartara di tonno servendosi di un cerchio di acciaio di 5 cm di diametro. Togliere il cerchio e completare con un dadino di ventresca di 2 cm per lato, sale alcune gocce di limone e la fettina di pane croccante. Con un cucchiaio versare tutt'intorno la salsa d'uovo. Servire insieme a un sorso di Marsala ( Vigna la Miccia de Bartoli) , da bere alla fine dopo aver mangiato la tartara.

Ciccio racconta nel libro.... "Questa ricetta può essere realizzata anche con il manzo.Era il piatto che la mia nonna mi faceva mangiare da bambino quando uscivo da una malattia: carne cruda, rosso d'uovo e un bicchierino di marsala... E' un pezzo della mia infanzia."

A voi consiglio questo libro, perchè ricco di aneddoti interessanti , di vita e cucina...
E al mio amico dico: riposati!!!

lunedì, gennaio 16, 2006

Il baccalà gratinato agli aromi...





























"Avete mai assaggiato il gadus morhua, pesce della famiglia dei Gadidi, ordine dei Teleostei, sottordine degli Anacantini?Non affrettatevi a dire no, oppure boh. E’ quasi certo che lo avete mangiato più di una volta, perché dietro questo nome complicato si nasconde il comunissimo merluzzo.E’ possibile invece che non lo abbiate mai visto vivo, e forse neppure intero, sul banco di una pescheria. Allora eccone l’identikit: è verdastro, con delle macchiette gialle sul dorso e una linea laterale bianca lungo tutto il corpo. Il ventre è bruno. Lunghezza: fino al metro e mezzo. Peso, fino a 50 kg. Finchè sta in acqua, si chiama merluzzo. Quando viene spinto ad uscirne dalle sottili arti degli uomini: quando cioè viene pescato con appetitose esche a base di calamari o di altri pesci, cambia due cose: lo stato esistenziale (da vivo a morto), e il nome. Perde quello di prima (merluzzo), e ne prende un altro. Anzi due: a seconda di come viene trattato.Se viene subito pulito, messo in un barile e coperto di sale, è chiamato baccalà. Dalla parola fiamminga kabeljaw, che vuol dire bastone di pesce. Il sale serve per tirar fuori dalle sue cellule l’acqua: quindi per essiccarlo, allo scopo di conservarlo a lungo.Il baccalà è insomma il merluzzo pulito, deliscato, salato e imbarilato. Se invece, dopo la pesca, il merluzzo viene lasciato ad essiccare all’aria fredda, diventa stoccafisso: da stock, legno, e fish, pesce. Alias bastone di legno, chè tale appare per la sua durezza. Qualcuno sostiene che la parola provenga dal norvegese Stockfish: pesce da stoccare: da immagazzinare.Dove lo si trova? Il territorio più ricco di merluzzi è il cosiddetto "Grand Bank": una piattaforma continentale di ben 3.500 kmq. situata nell’Atlantico Settentrionale, al largo di Terranova e delle coste del Labrador.In quelle acque poco profonde la tiepida corrente del golfo si incontra con l’acqua fredda del Labrador, dando vita a una splendida piscina particolarmente gradita ad alcune specie di pesci di cui i merluzzi sono ghiotti.Di questo giacimento di merluzzi diede notizia per primo il grande navigatore Giovanni Caboto, che nel 1497, cercando una rotta più settentrionale di quella seguita da Colombo, ci finì proprio in mezzo...."
Per proseguire nell'interessante racconto vi consiglio di andare a visitare il sito del...Baccalà , dal quale ho tratto la parte "storico/tecnica"!!!

Tutto questo per presentarvi la ricetta di oggi...
Parlavo ieri con un caro amico di cotture... secondo lui le cotture lente sono il massimo per preparare alcuni piatti... Bue stracotto, la Coda alla Vaccinara.... Il brodo... Cucinare a fuoco lento...senza fretta "è come fermarsi ad assaporare il profumo delle rose in giardino"...

Di per se la preparazione di questo piatti richiede molto tempo anche prima della cottura, in quanto bisogna dissalare il baccalà e lasciarlo a bagno per almeno 48 ore...

Cottura: circa 2 ore complessive
le dosi sono da 6

Baccalà 600 grammi
Patate 2
Olio extravergine di oliva da Mosto 60 ml
Panna fresca 400 ml
Succo di limone 1 cucchiaino
Pangrattato 450 grammi
Burro fuso 40 grammi
Aglio 4 spicchi
Porro 1, tritato fine
Aromi misti: alloro una foglia, timo un rametto,un pizzico di maggiorana , prezzemolo fresco ( 2 cucchiai)

Portare il forno ad una temperatura di 180°

Mettete il baccalà in frigorifero pe circa 48 ore, cambiando l'acqua ogni 8 ore.Fate sobbollire per 15 minuti, scolate e fate sobbollire per altri 15 minuti.Lasciatelo raffreddare, dopodichè eliminate la pelle e le lische. Schiacciatelo bene con una forchetta.
Fate bollire le patate per circa 20/30 minuti ( devono risultare tenere). Una volta fatte raffreddare, pelatele e schiacciatele con una forchetta, aggiungendo un pò di olio a filo.
A parte versate in una casseruola la panna aggiungendo l'alloro, la maggiorana e il timo. Portare ad ebbollizione e lasciare in infusione per 10/15 minuti gli aromi;filtrate e mettete da parte.
In una casseruola capiente scaldate un cucchiaio di olio, aggiungete due spicchi d'aglio schiacciati e il porro tritato finemente.Cuocete a fuoco medio fino a che non comincia a colorirsi, quindi aggiungere il baccalà e mescolare bene per amalgamare il composto.
Mescolando rapidamente aggiungete la panna, l'olio a filo, continuando ad alternarli fino a terminare l'olio ( tenete un pò di panna da parte) .
A questo punto potete aggiungere le patate e la panna rimasta, mescolando bene. Fuori dal fuoco, sempre mescolando, aggiungete 1 cucchiaio di prezzemolo, sale un pò di pepe, qualche goccia di succo di limone e il restante aglio schiacciato.
Imburrate una pirofila, e spalmate bene il composto sul fondo. Per ultimo, amalgamate il burro fuso al pangrattato e al prezzemolo rimasto, e regolate di sale e pepe.
Coprire il baccalà con il composto di pane aromatizzato, e cuocete in forno per circa 30 minuti, fino a quando il pangrattato comincia a dorare.
Potete accompagnare il baccala con della polenta bianca.
In abbinamento al piatto vi consiglio un Barbarano ( Tocai rosso), vino dei Colli Berici

Foto di Enrico Casa Rosa

domenica, gennaio 15, 2006

Insalatina di girasoli e valeriana












Insalata tipica della tradizione piemontese questa che vi presento oggi... girasoli e valeriana..
Più facile da trovare in primavera.. ma il banco di frutta e verdura del Roero in Piazza Benefica ieri mi ha deliziato con questa "primizia"!!

In realtà il girasole non è altro che la pianta del Tarassaco ( taraxacum officinale)...

"II tarassaco è il notissimo fiore giallo dei prati, i cui frutti formano il soffione con cui si divertono i bambini. I frutti sono dotati di una corona di peli (pappo), inserita su un lungo peduncolo, che poi diffonde i frutti con il vento come un paracadute.
Come droga si impiega la radice contusa insieme con la pianta, Radix Taraxaci cum Herba.
La radice è una tipica radice a fittone, che penetra profondamente nel terreno. Ogni giardiniere che tenti di estirparla deve ricorrere alla vanga o meglio ancora a un estirpatore di radici, altrimenti la parte inferiore della radice del tarassaco rimane nel terreno e riemette un nuovo germoglio.

Le foglie di tarassaco costituiscono una popolare insalata primaverile. Hanno un gradevolissimo sapore amaro aromatico e si mangiano sia da sole che insieme con crescione e altre erbe primaverili ( valeriana) da tempi immemorabili. Fino a tempi recentissimi non si sapeva su che cosa si basasse il loro effetto e perciò si consideravano ormai obsolete. Poi, però, con l'introduzione della ricerca sulle vitamine, si sono trovate in queste piante primaverili abbondanti vitamine, in particolare vitamina C, e si è quindi ritenuta più fondata la loro azione terapeutica. Ultimamente poi si è scoperto che queste vitamine forniscono solo una parte degli effetti positivi.Nel tarassaco si sono trovate, accanto alle già note sostanze amare e vitaminiche, anche delle sostanze ad azione enzimatica che stimolano l'attività delle grandi ghiandole, soprattutto fegato e reni. Ma la loro azione va ancora oltre: esse devono essere considerate capaci di stimolare il metabolismo cellulare complessivo. Questo naturalmente è osservabile con particolare intensità nelle grandi ghiandole corporee, tuttavia questo effetto è presente anche in altri distretti dell'organismo. Così, come favorisce la secrezione renale, quindi agisce come diuretico, il tarassaco incrementa anche la secrezione epatica, quindi agisce come colagogo. E così confermata l'esperienza del passato, che considerava il tarassaco un buon rimedio per i disturbi biliari...."

Girasoli grammi 100
Valeriana grammi 50
Uova sode 2
Gherigli di noci 6
Sale
Olio extravergine di oliva Mosto 2 cucchiai
Aceto di mele qualche goccia

Lavate molto bene i girasoli e la valeriana in acqua corrente.. nel frattempo fate cuocere le uova, e una volta sgusciate tagliatele a spicchi..
Mettete l'insalata in un ciotola capiente, aggiungete le uova, le noci, un pizzico di sale , l'olio e qualche goccia di aceto di mele.

Filetto di trota affumicata, salsa alla senape delicata e pepe rosa












Negli acquisti fatti ieri mattina ,prima di iniziare il tour di Torino con Lilli, c'era anche questo filetto di trota affumicata...
Dal sapore molto delicato si presta bene per realizzare molte ricette..ma a me piace così come la vedete in foto...con una salsa alla senape...

Filetto di trota affumicata grammi 200
Olio extravergine di oliva mosto Guidi 2 cucchiai
Aceto di Medronho ( corbezzolo) 2 cucchiai o aceto di vino
Senape delicata 2 cucchiaini
Cipollotto qualche rondella
Sale & Pepe
Pepe rosa qualche grano
Olio di Noci

Tagliate il filetto di trota, e disponete a loro volta i filettini ricavati in due piatti... Mescolate con cura l'aceto, la senape, le rondelle di cipollotto aggiustate di sale e pepe e per ultimo l'olio a filo..
Versate la salsa ottenuta sui filetti di trota nappando i piatti.Aggiungere qualche grano di pepe rosa.Per ultimo versate qualche goccia di olio di noci.

Bon appetit...;-)

Il sabato del villaggio...















"La donzelletta vien dalla campagna
in sul calar del sole,col suo fascio dell'erba
e reca in mano un mazzolin di rose e viole, onde,
siccome suole, ornare ella si appresta
di mani, al dí di festa, il petto e il crine..."

Inizio da "Il sabato del villaggio" di G.Leopardi per raccontarvi il "nostro sabato"...mio e di Lilli ...
La donzelletta in questione è lei, venuta in visita dalla campagna ( quel di Bra)... per trascorrere un sabato in città.. di chiacchere, passeggio e shopping gastronomico... tanto per cambiare...
La nostra gita inizia alla stazione di Porta Nuova dove recupero la bella donzella, verso le ore 13,30... ( Trenitalia vi augura un buon viaggio..ritardo di 20 minuti!!)
Proseguiamo il tour per le vie di Torino, avendo come meta una delle mie librerie preferite ( Mood), dove è possibile gustare un buon bicchiere di vino e mangiare un piatto veloce, sfogliando le ultime novità letterarie...
Finito di rifocillare il corpo e lo spirito, continuiamo il passeggio per le vie del centro , peraltro oggi molto freddo... circa 3°!!!
Mostro a Lilli le novità Olimpiche di Piazza San Carlo e Piazza Castello... Isole pedonali pronte ad accogliere il milione di turisti, previsti per Torino 2006...
Recuperata la macchina, il giro continua verso Porta Palazzo, il mercato per antonomasia e l'enorme gruppo di banchi che invade tutte le mattine l'area dietro il centro, in piazza della Repubblica. Nato nel 1825 (prima il mercato centrale era in piazza Palazzo di Città), Porta Palazzo è oggi uno straordinario connubio tra tradizione, immigrazione italiana ed extracomunitaria, e futuro (sul territorio si sta sviluppando il progetto comunale intitolato "The Gate").
Il sabato mattina e la seconda domenica del mese vi si tiene anche il Balon, il grande mercato delle pulci amato dalla città. Da vedere il padiglione coperto in metallo e vetro del 1916 e la targa che ricorda Francesco Cirio (proprio quello dell'azienda agroalimentare) all’angolo con corso Giulio Cesare.
Alle spalle del mercato di Porta palazzo si trovano le Porte Palatine...

"Le Porte Palatine erano l'ingresso settentrionale della città di Torino in epoca romana.
Oggi l'antica Porta Principalis mostra di sé le due torri e il corpo centrale tipico dell'architettura romana, ma in periodo medievale divenne una fortezza conosciuta con il nome di Palatium che, secondo alcune controverse testimonianze, ospitò anche l'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo Magno.
In epoca successiva la fortezza si trasformò in prigione ed agli inizi del XX secolo subì un rimaneggiamento, ancora visibile, con l'abbattimento di tutte le strutture architettoniche non risalenti all'epoca romana.
Oggi le Porte Palatine, confidenzialmente chiamate Porta Palazzo dai torinesi, rappresentano il confine tra la Torino aulica, comprendente il Palazzo Reale e il rinascimentale Duomo di San Giovanni. "
Testo ricavato da Wikipedia

Il tour termina in un Jap Market, in corso regina margherita fornito di specialità made in japan e non, dove Lilli ed io abbiamo fatto scorta di Birra Asahy, Sake, riso per sushi, teiere jap,wasabi, udon, vermicelli di riso...etc etc!!
Il sole era ormai tramontato quando ho accompagnato la donzelletta al treno...
Si è fatto tardi, la giornata però è stata molto piacevole... spero di poter presto ripetere il "tour da cicerone" per le vie della mia bella città...Torino.. anche se "martorizzata"da cantieri selvaggi e strutture olimpiche orripillanti !!

Nella foto particolare delle Porte Palatine

venerdì, gennaio 13, 2006

Dell'istinto e della Ragione...Poesie di Maurizio Buccheri














10-66-83/84

"è così difficile essere felici
nè tanto nè poco
in una giusta misura
che ci dia l'equlibrio per vivere
riuscendo ad assaporare il nettare dell'esistenza.
passiamo dei momenti avendo così poco intorno
da scordare il nostro viso che sorride
ed altri momenti così intensi
da non riuscire a viverli.
è così difficile essere felici
che quando ci sembra di esserlo
ci sentiamo maledettamente in colpa "...

Ieri sera mi sono fermata per comperare un cd in un negozio di libri e dischi vicino a casa...
Stavo aspettando l'esito della ricerca, perchè il cd in questione ( Cammariere) non era disponibile e ho vagato per il negozio sfogliando qualche libro... E l'occhio mi è caduto su un volume piccolo, piccolo di poesie... E come per incanto aprendolo mi è capitato di leggere questa poesia... Me ne sono innamorata...il cd non c'era ( purtroppo) e così ho acquistato questa piccola meraviglia di Maurizo Buccheri, torinese come me...

Se vi è piaciuta, vi consiglio l'acquisto del libro.... Nel titolo troverete il link per l'acquisto on line..
Buona lettura...

La foto è tratta dal sito Cafe Experiment ed è di Max Santini...

Chirashizushi...



















Continuo con la saga "made in japan" delle ricette postate questa settimana...Ma amo talmente tanto il cibo jap che certe volte mi preoccupo un pò!! Sarò normale?

Definizione di Chirashizushi da Wikipedia, l'enciclopedia libera:
Chirashizushi (sushi sparpagliato). 散らし寿司. Una ciotola di riso sushi con gli altri ingredienti mischiati. Detto anche barazushi. ばら寿司.

E negli altri ingredienti vengono compresi:pesce, uova, ortaggi, verdure etc...

La porzione che viene servita potrebbe essere un "piatto unico" ma tutto dipende dall'appetito dei commensali...
Per la ricetta ho consultato il sito di Nanako , affascinante donna giapponese trasferita in Italia da qualche anno, che si occupa di catering "made in japan" di ottima qualità e di corsi di cucina giapponese in giro per l'Italia.
La sua ricetta ha base prevalentemente vegetale... ma potete aggiungere pesce crudo a volontà!!

Chirashizushi

Base di riso per sushi grammi 600

Funghi Shitake secchi 8

Carote medie 3

Fagiolini una manciata

Frittata sottile per guarnire

Kuzu 1 cucchiaio

Shoyu qualche goccia

Zucchero un pizzico

Sale 1 pizzico

Si prepara questa specie di insalata mescolando le carote tagliate e i funghi Shiitake cotti nell'acqua d'ammollo degli stessi funghi (normalmente si trovano secchi), shoyu, zucchero e poco sale. Aggiungere al tutto i fagiolini già scottati. Preparare la ciotola con il riso alla base, mettere sopra le verdure e decorare con la frittata tagliata a striscioline.

A vostro gusto potete servire Chirashizushi con del sashimi.

Bon appetit...;-)

La foto è tratta da otsumami-land.com



giovedì, gennaio 12, 2006

Tori no Sakamushi ( Pollo al Vapore con Sake)















Si chiama ukiyo-e, letteralmente ‘pitture del mondo fluttuante’, quell’affascinante forma d’arte giapponese che comprende le stampe, o meglio le xilografie, prodotte in Giappone tra il 1650 e il 1900. Le shin-hanga, o ‘nuove stampe’, sono invece quelle realizzate nel XX secolo, rivisitando le tecniche tradizionali...

La tradizione xilografica giapponese ( un approfondimento)

"La tecnica della xilografia fu introdotta in Giappone dalla Cina nell'VIII secolo e per circa 800 anni fu monopolio dei monasteri buddhisti che se ne servivano per diffondere i testi sacri. Nel XVII secolo, dopo la pacificazione del Giappone, prostrato da decenni di sanguinose guerre civili, ad opera di tre condottieri (Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu) nel paese rifiorirono le attività economiche e la nascita di una classe media di mercanti e piccoli imprenditori che rapidamente, grazie alla loro intraprendenza, si arricchirono alle spalle della classe dominante, i samurai. E' proprio grazie a questi nouveaux riches che la xilografia diventa un'arte vera e propria. La produzione di libri stampati passa nelle mani di imprese con finalità schiettamente commerciali: ormai c'è un pubblico i cui gusti vanno serviti e assecondati (o, proprio come succede oggi, manipolati dai produttori stessi). Naturalmente, a un aumento sempre crescente della richiesta di stampe e libri illustrati, fa riscontro una rapida evoluzione delle tecniche di stampa e di distribuzione. Fino all'alba del XVIII secolo le stampe erano in bianco e nero e veniva utilizzata una sola matrice di legno. Poi appaiono quelle colorate a mano e, verso la metà del secolo, le prime vere stampe policrome. Padre dell'ukiyo-e è da tutti considerato Hishikawa Moronobu (1618-1694), l'artista noto per i suoi album erotici. Ma sono degli ultimi decenni del XVIII secolo i tre artisti forse più grandi di tutto l'ukiyo-e: Suzuki Harunobu (1725-1770), insuperato poeta del quotidiano e creatore di un canone di bellezza quasi adolescenziale; Torii Kiyonaga (1752-1815), autore di splendidi dittici e trittici che presentano donne slanciate e statuarie, spesso ritratte en plein air; Kitagawa Utamaro (1753-1806), sommo cantore della bellezza femminile in tutti i suoi aspetti. Nella prima metà del XIX secolo giganteggia, invece, Katsushika Hokusai (1760-1849), l'artista estremo-orientale più conosciuto in Occidente, grandissimo paesaggista, ma eccellente in tutti gli stili e con tutte le tecniche. L'altro grande paesaggista del periodo è Utagawa Hiroshige (1797-1858), uno dei primi artisti giapponesi ad essere apprezzati in Europa, nella seconda metà dell'Ottocento: alle sue composizioni si ispirarono artisti del calibro di Van Gogh e Toulouse-Lautrec.
Dopo la caduta del governo militare e la restaurazione del potere imperiale nel 1868, il Giappone si apre all'Occidente e conosce una rapidissima modernizzazione, che si ripercuote ovviamente sulle arti tradizionali: non fa eccezione l'ukiyo-e, legato com'era a un ambiente sociale che rapidamente scompariva. Inoltre l'arrivo di nuove tecniche di riproduzione (e della fotografia) causa un declino della vecchia arte xilografica.Tuttavia, nel XX secolo la xilografia continua a esistere come uno dei tanti media di cui l'artista giapponese dispone per esprimere il suo mondo. Si possono individuare due correnti principali. La shin-hanga (stampa rinnovata) mostra ancora una certa fedeltà agli stili del passato, reinterpretati però modernamente.
La sôsaku-hanga (stampa creativa) invece, molto più influenzata dall'arte occidentale, rompe completamente con il passato e non pone alcun freno alla fantasia dell'artista..."

Stavo girellando per il web alla ricerca di un immagine "made in japan" e mi sono imbattuta in alcune xilografie giapponesi bellissime, gli hanga appunto... Mi sono così tanto appassionata che ho deciso di postare la storia della tradizione xilografica giapponese...
Ora però passiamo alla ricetta...se avete ancora voglia di leggere qualcosa...;-)

Tori no sakamushi

Petto di pollo grammi 400
Sale 1 cucchiaino
Sake 60 ml
Porri 2
Zenzero fresco 10 grammi

Salsa:

Porro tritato circa 20 cm
Salsa di soia 4 cucchiai
Aceto di riso 4 cucchiai
Olio di sesamo 2 cucchiai
Zenzero grattuggiato 2 cucchiai

Tagliate lo zenzero a fette sottili e i porri a pezzi di circa 5 cm.
Bucate la carne con una forchetta, salatela leggermente e marinatela in un contenitore con il sake, i porri e lo zenzero per circa 15 minuti.
Preaparate una pentola con dell'acqua e un cestino per la cottura a vapore (bamboo steamer).
Portate l'acqua ad ebollizione, mettete nel cestino un piatto con la carne e gli ingredienti per la marinatura e fate cuocere a vapore per circa 15/20 minuti a fiamma alta.
Nel frattempo preparate la salsa, mescolando tutti gli ingredienti.
Al termine della cottura, fate raffreddare la carne nella marinatura, tagliatela a fette e sistematela su di un piatto di portata con i porri e lo zenzero, versandovi la salsa sopra.

Il sake...La storia del sake va di pari passo con quella del riso, la cui coltivazione fu introdotta in Giappone nel III secolo a.C. dalla Cina e si può dire che il sake è al centro della vita dei giapponesi da allora. Molte cerimonie, ancora oggi, vengono suggellate con un bicchiere di sake: un matrimonio, la costruzione di una nuova casa, una vittoria elettorale, un successo aziendale e, perché no, le riunioni della yakuza, la mafia giapponese.
Nello Harima Fudoki, un antico documento del VIII secolo contemporaneo del Kojiki, vi è una chiara descrizione della produzione del sake. Nel documento si legge che "il riso offerto agli dei si è seccato e si è formata la muffa, da cui si ottiene il sake".
Il sake, al contrario del vino, non contiene conservanti e, per i sake con denominazione di qualità, nemmeno altri additivi (zuccheri, acidificanti, etc.), che possono essere presenti invece nei sake "normali" (traduzione letterale di futsuushu). Per questo è descrivibile con due sole parole: purezza e freschezza.
Sebbene la bevanda sia composta principalmente da acqua, che rappresenta l'80% del prodotto, e molti produttori lodino le qualità della propria fonte (serve comunque acqua non troppo dura, con poco ferro e manganese), è il riso l'ingrediente fondamentale. Il sake è ottenuto da riso raffinato, un riso diverso da quello che si usa per cucinare. Le varietà più utilizzate sono circa una decina, ognuna delle quali regala considerevoli variazioni al gusto finale. Il più famoso è forse lo Yamadanishiki. Esiste uno specifico nome per il riso da sake: sakamai...

Direi cari amici che per oggi può bastare!!

martedì, gennaio 10, 2006

L'Ape in tv....




















Ammettiamolo....
Bravo è bravo....
Si appassiona, si impegna, si inventa, trasforma, incanta...
Il tutto non avviene su di un palcoscenico...
Ma nella cucina del suo ristorante....

Noi abbiamo avuto il piacere di conoscerlo durante il Primo Pepe Raduno ...

A voi la scelta di andare a trovarlo a Milano.... Lungo il Naviglio Grande!!
E nel frattempo, se vi capita di guardare la tv, lo troverete su gambero rosso channel ...
il 19 Gennaio vi farà divertire!!

Arrivederci alla prossima puntata!!!

Copyright fotografico Lilli

Filettini di merluzzo al vapore d'erbe...





















Dopo la settimana trascorsa a sciare... (poco) mangiare (tanto) e bere ( di più!) io e Rob ci siamo detti..." Dieta??" ..... Purtroppo Si...
E così come per incanto sono sgusciati fuori dalla dispensa i miei "bamboo steamer".... Ottimi per la cucina al vapore.. e più allegri della classica vaporiera!! A dieta si, ma con fantasia...

Così armata di attrezzatura super tecnologica, mi sono messa all'opera....

Mi sono ricordata di questo Chef Cinese, Ken Hom che ogni tanto vedo sul Gambero Rosso Channel ( da mio fratello perchè non sono munita di satellitare...Sob) e devo dire che la "sua"cucina cinese è di un notevole livello!! E usa spesso i "bamboo steamer".
Sul sito di Ken Hom troverete molte informazioni sulla sua cucina....

Ma ora bando alle ciance.... My recipe... ( sto abusando della lingua inglese, lo so...;-) )


Filettini di merluzzo al vapore d'erbe....


Filetti di merluzzo grammi 400
Cipollotti 2
Cavolo bianco cinese 2 foglie
Pepe rosa 2 cucchiaini
Tè verde 1 cucchiaino
Bacche di mirtillo 2 cucchiaini
Timo un pizzico
Coriandolo 1/2 cucchiaino
Semi di Finocchio 1/2 cucchiaino


per la cottura

2 cestini di bamboo ( li trovate in qualsiasi negozio di cineserie)
Wok

preparate per la cottura i cestini.. adagiate sul fondo di ciascun cestino la foglia di cavolo, i cipollotti ( tagliati a metà nel senso della lunghezza ) utilizzando ogni singola foglia, il pepe rosa, le bacche di mirtillo, il coriandolo, il timo, i semi di finocchio e il tè verde.
Adagiatevi i filetti di merluzzo, chiudete e mettete i cestini ( incastrandoli uno sopra l'altro) nel wok ( per la cottura necessita di circa due dita d'acqua sul fondo) .
Fate cuocere il tutto per qualche minuto, dal momento del bollore., controllando comunque la cottura dal coperchio superiore.

Servire i filetti nei cestini, con del riso nero venere o dei vermicelli di riso saltati nel wok con punte di broccoli, germogli di soia due cipollotti tagliati a rondelle un filo d'olio e due gocce di salsa soia.

Bon appetit....;-)

lunedì, gennaio 09, 2006

Sashimi!!












Sarà di moda, sarà che ne vado matta , sarà che qualcuno dice "il giapponese si mangia in giappone" ma a me il sashimi piace anche mangiarlo qui !!!
Abbiamo una discreta scelta di ristorantini "made in japan"qui nella patria del cioccolato...non come a Milano, of course..
Petula ha promesso di farmene provare uno fantastico non appena mi avvicinerò alla stazione centrale di Milano...
Non vedo l'ora, e nei prossimi giorni non è detto che non le faccia una sorpresa!

Vi lascio un elenco dei miei preferiti qui a Torino... Casomai vi capitasse di fare una gita durante le Olimpiadi Invernali Torino 2006 che sono alle porte...

Visto che MacDonald's è il ristorante ufficiale dell'evento!!! Orrore.... :- (
E qui vi rimando al post di Massimo Bernardi di oggi su Peperosso !!

Japanese Restaurant in Turin..... link

domenica, gennaio 08, 2006

Cena risolta!!!




















Come mi avevo preannunciato oggi, il mio frigo al rientro dalle vacanze era in uno stato a dir poco pietoso... Acqua San Pellegrino ( sgasata...) la mia marmellata di zucca ( un pò pochino) una bottiglia di Sauternes ( ma niente fois gras) ; dalla cassetta della verdura mi facevano l'occhietto una testa d'aglio e due peperoncini striminziti....ma devo dire ancora efficaci ( me ne sono accorta dopo averli mangiati...)... così ho ripensato alla ricetta di un caro amico Chef letta qualche giorno fa e mi sono detta e "Aio e Oio" sia!!

Nel link dello Chef trovate tutto , ma proprio tutto in fatto di ingredienti e procedimento....

Da seguire alla lettera!

La Pasta che ho utilizzato è la Latini Classica, non avendo a disposizione la Senatore Cappelli....e Olio Extra Vergine Pianogrillo...of course.

Quindi se come me avete il frigo deserto, ma con in dispensa un bel pò di buona pasta ,dell'olio E.V.di ottima qualità, aglio e del peperoncino.... Farete felici tutti.... cena risolta!!!

Ritorno a casa....




















Giorni pieni di lettura e poesia quelli appena trascorsi..Peccato che siano solo un ricordo, perchè con i ritmi a cui sono abituata solitamente la poesia entra davvero raramente dalla mia porta...
Amo la lettura e la poesia...Ogni tanto riesco a nutrire anche lo spirito oltre che il corpo!!

Sto pensando alla cena di questa sera...e con il frigo vuoto vi assicuro che sarà una bella sfida!
Si accettano consigli...E miracoli!! Alla fine mi sa che il sushi ( take away) sarà la mia ultima spiaggia...

Oggi per pranzo digiuno e poesia.... questa è scritta da Emily Dickinson...


"Se le mie pene future in una volta
venissero ad affliggermi quest'oggi,
sono così felice che- son certa-
si allontanerebbero ridendo.

Se le mie gioie future in una volta
venissero ad invadermi quest'oggi,
non potrebbero essere così grandi
come questa che mi possiede adesso.

Se tu dovessi venire in autunno
mi leverei di torno l'estate
con un gesto stizzito ed un sorrisetto,
come fa la massaia con la mosca.

Se entro un anno potessi rivederti,
avvolgerei in gomitoli i mesi,
per poi metterli in cassetti separati -
per paura che i numeri si mescolino.

Se mancassero ancora alcuni secoli,
li conterei ad uno ad uno sulla mano -
sottraendo, finchè non mi cadessero
le dita nella terra della Tasmania.

Se fossi certa che, finita questa vita,
io e te vivremo ancora -
come una buccia la butterei lontano -
e accetterei l'eternità all'istante.

Ma ora, incerta della dimensione
di questa che sta in mezzo,
la soffro come l'ape-spiritello
che non preannuncia quando pungerà."

sabato, gennaio 07, 2006

Il mio sogno per il nuovo anno...














Al termine della vacanza, che mi ha permesso di riflettere sulle cose risolte e su quelle che ancora devono risolversi, rivolgo a tutti voi cari amici un pensiero ..


SOGNO E REALTA'


Com'è cieco colui che immagina
e progetta qualcosa
fino ai più realistici dettagli.
e quando non riesce a darne conto interamente
con misure superficiali e prove verbali,
crede che la sua idea
e la sua fantasia siano vanità!
Se invece riflettesse con sincerità,
si convincerebbe che la sua idea è reale
tanto quanto l'uccello in volo,
solo che non è ancora cristalizzata;
e capirà che l'idea è un segmento
di conoscenza
ancora ineslicabile in cifre e parole,
poichè troppo alta e troppo vasta
per essere imprigionata
nel momento presente;
ancora troppo profondamente immersa
nello spirituale
per piegarsi al reale.

"A treasury of Kahlil Gibran"

venerdì, gennaio 06, 2006

5°Giorno.Gressoney La Trinitè: Cena Walser









Come promesso vi racconto la cena Walser di ieri sera....

Menù completo dall'antipasto al dolce, cena nella tipica tradizione valligiana svizzera.
Come avete letto nel post di ieri i Walser si sono insediati nella Valle del Lys 800 anni orsono, ben integrandosi con la popolazione, e con i prodotti gastronomici del luogo.

Il menù:

Insalatina Walser
Sformato di porri e patate
Chnefflene Walser
Carbonada coi funghi e polenta
Canestrelli e frittelle di mele


L'insalatina Walser consiste in una fresco mix di pollo,verdure, frutta e formaggio...Il sedano sposa alla perfezione la toma, le pere, il pollo e qualche dadino di prosciutto cotto...condita con un filo d'olio extravergine di oliva e due gocce di aceto balsamico...

Lo sformato di porri e patate, giusto equilibrio di sapore...la delicatezza dei porri e la morbidezza delle patate, con un tocco di spezie miste...

I Chnefflene Walser assomigliano molto agli Spatzle tirolesi, ma non hanno verdure nell'impasto...Piccoli gnocchetti bianchi conditi con speck e una crema di toma fresca..Una bella grattata di pepe e... da provare!!!

La Carbonada coi funghi e polenta...Uno spezzatino delicatissimo condito con una salsina a base di funghi porcini accompagnata con una morbida polenta...

Per chiudere la cena due dessert della tradizione... Canestrelli ...una coppa fatta di cialda croccante con cuore di panna montata.. e la classica , ma sempre buona, frittella di mele...Caldissima ricoperta di zucchero a velo..

Il tutto annaffiato da una bottiglia di Enfer d'Arvier D.o.c. 2003...Vino prodotto quasi unicamente dal vitigno Petit Rouge ( 85 %) con una piccola parte di Pinot Nero, Neyret e Vien Nus...Di colore rosso porpora , con profumo di rosa canina tendente alla mandorla con l'invecchiamento.Si abbina bene a piatti di carne, arrosti e salmì.

Oggi mi è toccata una sana giornata sugli sci...Dalle 9 alle 14!!! Qualche caloria dovrò pure bruciarla...Con tutto quello che sto mangiando... E bevendo!! ;-)
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